Sistemi Integrati a supporto della competitività
Gestire e rendere conto
Nel contesto del Green New Deal, l’accountability coincide di fatto con una aumentata capacità di attrarre investimenti, in un circolo virtuoso in cui la sostenibilità attira investimenti, che a loro volta generano e sviluppano sostenibilità.
L’evoluzione della normazione europea rappresenta una opportunità per le imprese capaci di anticipare - in ottica strategica - una gestione sostenibile e allo stesso tempo una rendicontazione sui temi legati alla sostenibilità. Numerosi studi e ricerche ( rif. l'intervento del prof. Fabio Iraldo al convegno annuale Certiquality), infatti, evidenziano che la capacità di comunicare efficacemente le proprie azioni d i sostenibilità genera benefici dal punto di vista competitivo.
Il tema dell’immagine e della reputazione è pertanto un fattore chiave: gli imprenditori che si muovono con tempismo, introducendo innovazione, hanno bisogno del supporto di una rendicontazione capace di dare evidenza, ad esempio, della propria gestione ambientale, del trattamento dei dipendenti, di azioni nei confronti della comunità locale, di politiche di contrasto ai fenomeni corruttivi o di gestione della filiera (in un’ottica di green supply chain management o di rispetto dei diritti umani).
Riconoscere lo stretto legame fra rendicontazione e aspetti finanziari
La DIRETTIVA (UE) 2022/2464 (CSRD) rappresenta un salto avanti rispetto alla DNF (“Non Financial Reporting Directive”): se prima rendicontare aspetti di sostenibilità equivaleva a concentrarsi su aspetti definiti di natura “non finanziaria”, ora la nuova normativa evidenzia invece come le dichiarazioni di sostenibilità non possano essere considerate “non finanziarie”: anzi, in una logica di doppia materialità, si richiede alle imprese di prendere in esame gli impatti finanziari (e i rischi connessi) dell’attività d’impresa sull’ambiente e gli impatti dell’ambiente sull’attività di impresa. Non potrà più essere trascurato il principio DNSH - Do Not Significant Harm - per cui non si può perseguire un obiettivo senza considerare danni significativi “correlati”.
Anticipare la propria capacità di gestione e rendicontazione sostenibile, per una PMI non ancora soggetta ai nuovi obblighi di rendicontazione di sostenibilità, significa aver compreso l’ormai pressante esigenza di sostenibilità delle catene del valore, dove le grandi aziende sempre più si troveranno a dover accompagnare in una transizione sostenibile le proprie PMI fornitrici e dove di fatto si verificherà una “selezione naturale”, che privilegerà quelle aziende in grado di dare evidenza di Protezione ambientale, contrasto ai climate changes, trattamento responsabile dei dipendenti, rispetto dei diritti umani, anticorruzione, gestione responsabile dei propri impatti ambientali, considerando una logica di ciclo di vita. La Corporate Sustainability Due Diligence Directive -Direttiva CSDD- proposta nelle primavera scorsa dalla Commissione Europea, porrà nuovi obblighi di vigilanza, per evitare danni ambientali (quali ad esempio inquinamento, riduzione della biodiversità) o violazioni dei diritti umani derivanti dalle attività delle grandi imprese o dei loro partner lungo la catena di fornitura.
La strada verso una rendicontazione trasparente e significativa è ancora lunga, in termini di individuazione di obiettivi, azioni, risultati delle azioni compiute. Una indagine di Alliance for Corporate Transparency del 2019 di fatto evidenzia che solo 1 report su dieci contiene informazioni esplicite in merito a Target / action taken / outcomes.
(Fonte: Alliance for Corporate Transparency - 2019 Research Report - An analysis of the sustainability reports of 1000 companies pursuant to the EU Non-Financial Reporting Directive)
Sarà fondamentale fare ulteriore formazione specifica. Eppure, dal nostro osservatorio appaiono subito evidenti importanti aspetti di correlazione fra la strada tracciata dai nuovi standard di rendicontazione e i sistemi di gestione. Forse non si è ancora evidenziato sufficientemente che le norme di gestione ISO 9001, ISO 14001, ISO 45001, seppur non sufficienti, rappresentano un utilissimo framework strategico, operativo e concettuale alla base della rendicontazione di sostenibilità a fronte dei nuovi standard Efrag. Chi ha implementato (e magari integrato, evitando ridondanze) i principali sistemi di gestione sa che richiedono di individuare politiche, metodi per la misurazione e la successiva valutazione: indicatori appropriati per monitorare e dimostrare la consistenza delle proprie politiche, in un benefico processo di miglioramento continuo.
Dedicheremo una sessione specifica di formazione a questi temi nel nuovo percorso formativo "Come costruire un Report di Sostenibilità" (per info: formazione@certiquality.it)